La Val Canè e la Valle delle Messi sono tra loro adiacenti e separate da un filo di cresta che è probabilmente tra i più affascinanti dell'alta valle e che va da Punta di Pietra Rossa fino a Cima Bleis di Somalbosco. Lasciata la SS42 in corrispondenza all'abitato di Vione si sale fino a Canè per poi raggiungere l'imbocco dell'omoniva Val Canè.
Si tratta di due laghi posti sulla testata della Val Canè a quota 2583 metri. Sono raggiungibili con una lunga escursione partendo dall'abitato di Canè o dalla localita Cortebona (accesso in auto regolamentato) lungo il sentiero n. 65. Sono laghi poco profondi che risentono molto delle condizioni stagionali, soprattutto il più piccolo.
Fotograficamente il momento migliore è all'alba quando la prima luce illumina la Cima di Tirlo che si specchie nelle acque solitamente molto calme del lago più grande.
Seguendo la cresta tra la valle delle Messi e la Val Canè, con partenza da Cima Monticello in direzione del Monte Coleazzo, si raggiunge in prossimità della Piramide Ovest di Somalbosco una ripida depressione ed un allargamento della cresta che può ospitare alcuni piccoli laghetti. Si tratta di Laghetti che risentono fortemente delle condizioni stagionali e che non sempre si formano, oppure tendono a prosciugarsi rapidamente. Fra tutti i possibili laghetti sono due i più significativi che trovano riferimenti nella bibliografia: il più alto si forma in una piccola depressione della cresta che risale verso la Piramide, il più basso ai suoi piedi in un punto più agevole. Il percorso più semplice anche se molto lungo è dalla Val Canè seguendo il sentiero fino a Cima Monticello a 3.152 m, dalla cima si prosegue lungo la cresta senza sentiero per altri 30 minuti.
Fotograficamente è difficile fare una programmazione precisa a causa dell'estrema variabilità delle condizioni dei laghetti e per la difficoltà di prevederne la formazione. Insieme ad Alberto Brevi, Stefano Sandrini e Giulio Corradi abbiamo tentato degli scatti all'alba e al tramonto. Va detto che siamo a quote importanti, l'ambiente è severo ed il percorso richiede ottimo allenamento ed esperienza in alta montagna, quindi direi che ogni scatto conquistato ha un valore particolare.
Quello che ho fotografato è il più basso di due laghetti di recente formazione sui resti del Ghiacciaio di Monticello. Il nome indicato è quello proposto da Diego Comensoli nell'ultima edizione del suo libro. L'ambiente è severo ma molto suggestivo, dominato dal colore rosso delle pietre che lo ricoprono. Siamo ai piedi della Punta di Pietrarossa, nei pressi di Cima Monticello.
Raggiunto il Bivacco Valzaroten si può decidere di salire o percorrendo il vallone sovrastante seguendo una vecchia traccia di sentiero, oppure proseguendo fino al Passo di Val Canè passando dai Laghetti di Pietrarossa e da qui alla nostra destra per il sentiero tracciato che porta a Cima Monticello. Si tratta in entrambi i casi di un'escursione molto lunga, in ambiente di alta montagna, anche se senza particolari difficoltà.