Il cervo
Mi piace definirlo il più nobile tra gli ungulati per l’eleganza e la potenza che esprime.
E’ stato il primo soggetto a cui mi sono dedicato fotograficamente, mi ha fatto crescere e mi ha insegnato quanto poco si può improvvisare in questo genere. Se durante l’anno è abbastanza facile incontrare femmine con piccoli e giovani, i vecchi maschi se ne restano spesso in disparte, sono estremamente sospettosi, attenti e sfuggevoli. Sembra cambiare tutto durante il “bramito”, ossia quelle 2/3 settimane a fine settembre dove l’istinto amoroso porta i maschi ad esporsi, e con potenti urla a riempire le valli della loro presenza. Per molti animali il momento dell’accoppiamento è un momento particolare, vengono messi in atto comportamenti specifici per definire la propria supremazia e conquistare le femmine. Per uno spettatore il “bramito” è forse l’esperienza più coinvolgente, io la definisco “multisensoriale”: urla potenti che se si ha la fortuna di vivere a breve distanza riempiono l’aria, l’odore acre e impregnante lasciato dai maschi sul terreno al loro passaggio, scene di lotta per la supremazia, di difesa dell’harem, di femmine in fuga, e molto altro.
Se posso permettermi lascio un consiglio a chi vuole fotografarli. Studiate il territorio, capitene gli spostamenti ed appostatevi cercando di mimetizzarvi al meglio. Fate attenzione al vostro odore, hanno un olfatto eccellente. Ci vuole molta pazienza, ma, come sempre, l’attimo in cui avviene l’incontro ripaga degli sforzi fatti.
Ho raccolto in una galleria alcune fotografie scattate negli ultimi anni non solo durante il bramito. Io preferisco appostarmi nei boschi, fotograficamente è tutto più complicato perché c’è sempre un ramo o un albero di troppo che rovinano la scena, ma, se si studia bene dove mettersi, possono esserci ottime potenzialità per ottenere scatti particolari, penso alla luce filtrante, alle geometrie delle piante che fanno da contorno. Chissà, magari un giorno tutti questi elementi combaceranno.